Io bene, anche se dopo questo libro ho il blocco del lettore 😭
Voi quale libro state leggendo?
TITOLO: 16 ottobre 1943
AUTORE: J. D. Hurt
EDITORE: autopubblicato
Pagine: 573
Costo: 12,49€ (cartaceo) 0,99€ (eBook)
Valutazione: 5/5
TRAMA: La mia vita comincia a Roma in un elegante palazzo di fronte al Circo Massimo nel 1926, ma trova compimento il 16 ottobre del 1943 al Portico D’Ottavia, nel ghetto di Roma. Non scordatevi questa data. E’ il giorno in cui l’esistenza così come la conoscevo è terminata per sempre. E’ il giorno in cui l’anima di un’ebrea ha smarrito i confini nel vuoto denso di sangue di un nazista.
Io sono Dalia Algranati. Sono quell’ebrea. Lui è Christian Shlesinger. Ed è quel sangue.
La mia vita comincia nel 1924 fra i boschi della Baviera, viene spezzata sei anni dopo nello stesso luogo per poi frammentarsi ancora in Italia il sedici ottobre del 1943 al ghetto ebraico di Roma. Vorrei scordare questa data, ma non posso. E’ il giorno in cui la guerra del mondo è divenuta aspra battaglia nel mio corpo. E’ il giorno in cui il sangue di un’ebrea ha colmato di veleno le vene di un nazista.
Io sono quel nazista. Christian Shlesinger. E lei è il veleno. Dalia Algranati.
Nota dell’autrice: “Sedici Ottobre 1943” è un historical dark romance autoconclusivo che narra la storia di Dalia. Fa parte della “Damned Soldiers Series”. Per il forte impatto emotivo delle vicende narrate che fanno riferimento ai terribili eventi accaduti durante la seconda guerra mondiale si consiglia la lettura ad un pubblico adulto e consapevole. Nel romanzo sono contenute scene violente e situazioni inquietanti che potrebbero turbare il lettore.
COMMENTO:
Ho iniziato questo libro con dei dubbi, ma più leggevo e più mi innamoravo.
La storia inizia con una prefazione dell’autrice che ci avverte che i nomi sono fittizi ma i fatti e alcuni dei personaggi sono avvenuti d’avvero. Certo essendo un romanzo non tutti i fatti sono reali, ma essendo storico ovviamente ha fatti storici avvenuti anche se in alcuni momenti sono un po’ distorti.
Scopriamo quali fatti e quali personaggi sono ritoccati solo alla fine così che durante la storia il lettore si possa immergere completamente nella storia.
Le ricerche fatte dall’autrice sono molto accurate e il modo è riuscita a creare questa storia stupefacente.
Credo di non essermi mai affezionata ai personaggi come in questo libro.
Dalia è solo una ragazzina quando inizia la storia, è dolce e pensa che il mondo sia un posto sicuro, come dovrebbe essere. Ma più la storia va avanti più vediamo come passa da essere una ragazza a una donna, anche se prematuramente e per colpa della guerra. Scopriamo come anche le persone di cui si è sempre fidata la tradiscono ma di come questo la fa sempre più forte.
Ma soprattutto capiamo come l’amore per un nazista per lei sia qualcosa di sporco ma anche qualcosa che non può combattere, perché come dice alla fine al cuore non si combatte e anche se è una storia sbagliata nata in un momento della storia terribile è quello che le permette di crescere e capire che il mondo non è bianco o nero ma grigio.
Christian è un giovane colonnello tedesco che nella sua giovane vita ha sofferto molto e le uniche persone che lo hanno aiutato lo hanno portato ad essere un nazista. Non è un semplice nazista e lo scopriamo subito quando veniamo a conoscenza della scarpetta rosa che porta sempre con se dopo la spedizione in Russia, ma lo capiamo anche dall’ossessione che “crea” da subito con Dalia. Per lui non è solo un’ossessione, non è solo un’ebrea, è la ragazza che lo può salvare dall’oscurità in cui ormai vive.
Però i personaggi che mi hanno colpita di più sono Falko e Ariel, due persone completamente diverse che a causa della guerra hanno sofferto molto e a causa di questo hanno fatto scelte al quanto discutibili.
Falko è un nazista spietato che però non sono riuscita ad intendere. Lo conosciamo all’inizio come un fervente nazista ma alla fine scopriamo cose davvero incredibili, non dico nulla per evitare spoiler.
Quello che però mi ha colpita di più è che per lui la guerra è stata un mezzo per poter essere uno psicopatico e poter far del male alle persone con la approvazione dello Stato.
Ariel, invece, è una ragazza ebrea comunista che per una causa ha fatto del male alle persone a cui voleva bene o a persone che non se lo meritavano. Il problema per lei è arrivato quando la sua fede ceca nella sua causa è crollata e a quel punto ha visto in modo diverso ciò che aveva fatto.
Molto probabilmente senza la guerra queste due persone non avrebbero fatto ciò che hanno fatto, oppure in qualsiasi caso avrebbero commesso gli stessi errori.
Ovviamente non li paragono, certo entrambi hanno fatto scelte discutibili, ma sono scelte completamente diverse ma soprattutto per motivi completamenti diversi.
Questa storia mi ha davvero aperto gli occhi.
Come tutti a scuola ho studiato la seconda guerra mondiale ma con questo libro anch’io come Dalia ho capito che il mondo non è bianco o nero.
Certo i nazisti hanno fatto cose atroci ma non tutti hanno colpa di quello che è successo. È vero sapevano ciò che stava succedendo e non hanno fatto ne detto nulla ma allo stesso tempo credevano in Hitler perché in quel momento dava loro un colpevole per le disgrazie della loro vita a causa della crisi. Perché se vogliamo dirla tutta nessuno in quegli anni è completamente innocente, perché anche molte altre persone sapevano e non hanno fatto nulla, ma come si dice sempre sono i vincitori a raccontare la storia.
Non voglio dilungarmi ancora molto quindi concludo dicendo che se non lo avete ancora letto ve lo consiglio, sia che vi piacciano o no i romanzi storici, perché anche per i non amanti dei romanzi storici, come me, è una storia che trasporta nel mondo di Dalia Algranti e Christian Shlesinger e fa sognare con loro.
COMMENTO:
Ho iniziato questo libro con dei dubbi, ma più leggevo e più mi innamoravo.
La storia inizia con una prefazione dell’autrice che ci avverte che i nomi sono fittizi ma i fatti e alcuni dei personaggi sono avvenuti d’avvero. Certo essendo un romanzo non tutti i fatti sono reali, ma essendo storico ovviamente ha fatti storici avvenuti anche se in alcuni momenti sono un po’ distorti.
Scopriamo quali fatti e quali personaggi sono ritoccati solo alla fine così che durante la storia il lettore si possa immergere completamente nella storia.
Le ricerche fatte dall’autrice sono molto accurate e il modo è riuscita a creare questa storia stupefacente.
Credo di non essermi mai affezionata ai personaggi come in questo libro.
Dalia è solo una ragazzina quando inizia la storia, è dolce e pensa che il mondo sia un posto sicuro, come dovrebbe essere. Ma più la storia va avanti più vediamo come passa da essere una ragazza a una donna, anche se prematuramente e per colpa della guerra. Scopriamo come anche le persone di cui si è sempre fidata la tradiscono ma di come questo la fa sempre più forte.
Ma soprattutto capiamo come l’amore per un nazista per lei sia qualcosa di sporco ma anche qualcosa che non può combattere, perché come dice alla fine al cuore non si combatte e anche se è una storia sbagliata nata in un momento della storia terribile è quello che le permette di crescere e capire che il mondo non è bianco o nero ma grigio.
Christian è un giovane colonnello tedesco che nella sua giovane vita ha sofferto molto e le uniche persone che lo hanno aiutato lo hanno portato ad essere un nazista. Non è un semplice nazista e lo scopriamo subito quando veniamo a conoscenza della scarpetta rosa che porta sempre con se dopo la spedizione in Russia, ma lo capiamo anche dall’ossessione che “crea” da subito con Dalia. Per lui non è solo un’ossessione, non è solo un’ebrea, è la ragazza che lo può salvare dall’oscurità in cui ormai vive.
Però i personaggi che mi hanno colpita di più sono Falko e Ariel, due persone completamente diverse che a causa della guerra hanno sofferto molto e a causa di questo hanno fatto scelte al quanto discutibili.
Falko è un nazista spietato che però non sono riuscita ad intendere. Lo conosciamo all’inizio come un fervente nazista ma alla fine scopriamo cose davvero incredibili, non dico nulla per evitare spoiler.
Quello che però mi ha colpita di più è che per lui la guerra è stata un mezzo per poter essere uno psicopatico e poter far del male alle persone con la approvazione dello Stato.
Ariel, invece, è una ragazza ebrea comunista che per una causa ha fatto del male alle persone a cui voleva bene o a persone che non se lo meritavano. Il problema per lei è arrivato quando la sua fede ceca nella sua causa è crollata e a quel punto ha visto in modo diverso ciò che aveva fatto.
Molto probabilmente senza la guerra queste due persone non avrebbero fatto ciò che hanno fatto, oppure in qualsiasi caso avrebbero commesso gli stessi errori.
Ovviamente non li paragono, certo entrambi hanno fatto scelte discutibili, ma sono scelte completamente diverse ma soprattutto per motivi completamenti diversi.
Questa storia mi ha davvero aperto gli occhi.
Come tutti a scuola ho studiato la seconda guerra mondiale ma con questo libro anch’io come Dalia ho capito che il mondo non è bianco o nero.
Certo i nazisti hanno fatto cose atroci ma non tutti hanno colpa di quello che è successo. È vero sapevano ciò che stava succedendo e non hanno fatto ne detto nulla ma allo stesso tempo credevano in Hitler perché in quel momento dava loro un colpevole per le disgrazie della loro vita a causa della crisi. Perché se vogliamo dirla tutta nessuno in quegli anni è completamente innocente, perché anche molte altre persone sapevano e non hanno fatto nulla, ma come si dice sempre sono i vincitori a raccontare la storia.
Non voglio dilungarmi ancora molto quindi concludo dicendo che se non lo avete ancora letto ve lo consiglio, sia che vi piacciano o no i romanzi storici, perché anche per i non amanti dei romanzi storici, come me, è una storia che trasporta nel mondo di Dalia Algranti e Christian Shlesinger e fa sognare con loro.
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